Vasa Vasa

Scritto da Rocco Rossitto ,
il 19 Giugno 2017

VASA VASA. La Settimana Santa a Modica è il documentario di Alessia Scarso che mostra il racconto della Passione e Resurrezione del Cristo attraverso lo sguardo commovente della Madonna, nei riti della Settimana Santa di Modica, in Sicilia. Alessia, classe 1979, è laureata in montaggio al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, la più antica scuola di cinema al mondo e ha collaborato come montatrice e coordinatrice di post produzione con diversi giornalisti, produttori e registi, lavorando a inchieste giornalistiche, documentari e cortometraggi. Ha debuttato alla regia di fiction con “Disinstallare un amore”, ha firmato il montaggio del film “Come non detto”. Nel 2015 nelle sale è arrivato “Italo”, il suo lungometraggio opera prima, la commovente storia vera di un randagio straordinario, capace di dare lezioni di umanità a un paese intero.

Lo scorso 19 marzo, nella Chiesa di S. Maria di Betlemme a Modica, là dove il documentario è stato in parte girato si è svolta la prima di Vasa Vasa con centinaia di persone accorse per cui è stata necessario un secondo turno di proiezione. Prodotto da Arà e sponsorizzato dal Comune di Modica, dal Consorzio Turistico di Modica, da E.P.S. S.r.l., da Acqua Santa Maria, dall’Antica Dolceria Bonajuto e dall’ Avi.Med. s.r.l., ha avuto una piccola distribuzione di un mese durante il periodo di Quaresima nelle sale di Modica, Scicli, Ispica, Pozzallo, Ragusa, Vittoria e Sciacca. Un’iniziativa indipendente che deve il merito agli esercenti cinema che sono stati entusiasti di poterlo proporre in sala, luogo naturale per un documentario come Vasa Vasa. Inoltre è stato lanciato negli Stati Uniti attraverso l’Italian Film Festival USA, con proiezioni a Detroit, Cleveland, St. Louis, Chicago. Attualmente è già sul tavolo di selezione di numerosi festival nazionali e internazionali.

Alessia Scarso durante la lavorazione di Vasa Vasa

Le musiche originali di Marco Cascone (compositore e pianista nato ragusano, classe 1985) e la voce della cantante e attrice italiana di origine turca Yasmin Sannino (la sua voce è resa famosa dall’ intepretazione ne “Le Fate Ignoranti” di Ferzan Ozpetek) completano in maniera fondamentale il lavoro di Alessia Scarso alla quale abbiamo rivolto qualche domanda per entrare ancor più dentro  ad un lavoro molto intenso e delicato al contempo, poetico e vivido.

Alessia, qual è stata la scintilla che ti ha fatto prendere la decisione di iniziare e portare avanti questo progetto, “il perché”  di un documentario su un rito religioso come quello della Madonna Vasa Vasa
I riti della Settimana Santa sono manifestazioni di sintesi popolare che accendono il desiderio interpretativo ed espressivo di poeti, narratori, fotografi. Hanno sedotto anche me. Inevitabilmente. Soprattutto per la chiave tutta femminile di “Vasa Vasa”. A Modica infatti, nel giorno di Pasqua, mentre nel resto del mondo la cattolicità celebra il Cristo Risorto, l’attenzione è tutta per la Madre di Dio. Si tratta di un rito elegante, posato, che rispecchia il carattere degli abitanti. “Non fossi stato figlio di Dio, ti avrei ancora per figlio mio”. Queste le parole che De Andrè lascia pronunciare alla Madonna ai piedi della Croce. Anche Jacopone da Todi scrive una bellissima conversazione tra Maria e suo Figlio in “Donna de Paradiso”. Non vi è cenno di tutti questi momenti nei versi biblici della Passione, a parte quel momento in cui Gesù affida la madre all’Apostolo Giovanni: Cristo si rivolge a lei chiamandola donna, e non mamma. E nell’interpretazione popolare, nella tradizione del potente canto orale dialettale, Maria rimprovera Gesù di non averla chiamata mamma. Ma le mamme – si sa – salvano sempre, e se Lui l’avesse chiamata mamma sarebbe venuto meno al suo destino di morire per salvare il mondo. Ho sentito il desiderio di guardare quasi in chiave laica a questo momento dell’incontro tra una madre e un figlio, e all’intimità dei loro baci. La Madonna diventa mamma dell’intera città e riunisce tutti, credenti e non, sotto il proprio mantello.

Maria rimprovera Gesù di non averla chiamata mamma. Ma le mamme – si sa – salvano sempre, e se Lui l’avesse chiamata mamma sarebbe venuto meno al suo destino di morire per salvare il mondo

Quali difficoltà hai riscontrato a girare durante i vari momenti della Madonna Vasa Vasa e di contro cosa ti ha sorpreso?
Vivo la festa da quando ero bambina. La sorpresa, adesso, nel restituire tutti i momenti rituali, è stata la grande emozione di incontrare lo sguardo del simulacro della Madonna. Da vicino. Toccandolo. Il simulacro, che poi è una specie di manichino perché ha braccia mobili, è sorprendente. Chi ne ha plasmato le fattezze ha quasi compiuto una magia. Il volto, con la veste del lutto, è triste, perso nel vuoto. Ma quando cade il mantello nero e Maria si veste d’azzurro, lo sguardo diventa dolce, aperto, gioioso.
La difficoltà maggiore è stata nel trovare la chiave d’espressione giusta del racconto. Ma qui il merito va a Marco Cascone, il compositore delle musiche. Ha saputo interpretare me e interpretare le emozioni del rito. Ha scritto le musiche, suonato il duduk (un antico strumento musicale tradizionale armeno) e diretto Yasemin Sannino, la straordinaria cantante che ha interpretato le lamentazioni e i diversi momenti musicali.

Il documentario si divide in due, una parte più intima, quasi di lutto (per citare le tue parole che ho letto in rete) e una parte più luminosa e di festa: questo contrasto tra “buio” e “luce” è una chiave di lettura su cui concordi o ci sono altri piani simbolici che hai voluto raccontare nel documentario?
La nostra logica è aristotelica, duale. Morte e Resurrezione. Buio e luce. Bianco e nero. I due momenti sono nettamente separati. Il momento che li separa è un mistero, il mistero della Resurrezione, il culmine del credo cristiano. Ma Maria non lo sa, che il figlio è Risorto, fino a mezzogiorno, finché non lo vede. È lì l’apogeo del rito, è lì che l’uomo finalmente esulta. Perché la Madonna ce lo testimonia.

Il momento che li separa è un mistero, il mistero della Resurrezione, il culmine del credo cristiano.

Qual è il tuo rapporto con la religione e in generale con la spiritualità?
Sono cristiana di formazione culturale, cattolica di formazione religiosa, panteistica nella pratica. Mi piace sentire Dio nelle stelle, nel fuoco, nell’acqua, nei sorrisi, nella Carità di cui è capace l’Uomo. Tutto questo ha molto in comune con altre religioni. Il cardine, la sostanza, l’essenza, è sempre l’Amore.

Alessia Scarso durante le riprese

Qual è stata, al momento il complimento che più ti ha toccato?
Il complimento più bello è senza parole. È la commozione che leggo sugli occhi di chi guarda il documentario. C’è un Amore sconfinato nell’abbraccio di Maria, e tocca tutti. La mia è un’interpretazione personale, ma il rito è codificato dal 1645. Probabilmente quello che passa allo spettatore è un po’ quello che riesco a provare io stessa, quando la Madonna apre l’abbraccio. Perché la Vita vince sulla Morte. Perché ogni giorno sorge di nuovo il sole. Perché volano le colombe da sotto il mantello, ci si sveglia dal torpore e arriva la primavera.
La Resurrezione è la Speranza della Rinascita, ed è un sentimento molto, molto forte.

Fermo immagine del documentario

Com’è stata l’esperienza dell’Italian film festival Usa? Se non sbaglio sei andata di persona a presentare il documentario.
La presentazione di “Vasa Vasa” negli Stati Uniti è stata una sfida. La differenza linguistica è notevole. L’inglese è una lingua di sintesi semplificativa. Il siciliano è una lingua di sintesi simbolica, interpretativa e metaforica. I riti stessi, poi, sono sintesi. Di storia. Di religione. Di sentimento popolare. C’era solo un modo per poter raccontare in modo assoluto: denudare le emozioni. E siccome poi quelle sono universali, sono arrivate (eccome), a tutti.

Il nostro cioccolato, in edizione limitata per Vasa Vasa, a Detroit durante il tuor di presentazione del documentario.

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