SICILIANS. LA STORIA SI RIPETE

Scritto da Antica Dolceria Bonajuto ,
il 11 Aprile 2019

Sicilians. La Storia si ripete è il nuovo lavoro del fotografo Simone Aprile che sarà visitabile dal 18 aprile (inaugurazione ore 19) al 5 maggio (tutti i giorni dalle 16 alle 20) presso il Convento del Carmine, Modica. Simone Aprile, siracusano d’origine, dopo il diploma all’Istituto Riccardo Bauer e numerose esperienze milanesi, è tornato al Sud per fondare a Modica Lab House, uno studio-atelier d’avanguardia nell’ambito del quale ha già sviluppato numerosi progetti fotografici orientati alla narrazione culturale della Sicilia e dei suoi cambiamenti. Tra questi ‘Nzuliddu progetto che – come per Sicilians – abbiamo sostenuto perché  racconta uno spaccato del nostro territorio in maniera densa e poetica al contempo.

Con Sicilians. La Storia si ripete Simone allarga lo sguardo cercando nei i volti dei protagonisti il tratto comune della nostra isola: la diversità. Nella nota che accompagna il lavoro, a cura di Isabella Colombo si legge che “Questo progetto è una riflessione sull’identità dei siciliani, un concetto che in un tale scenario di contaminazioni culturali e somatiche perde ogni criterio di classificazione, diventa inafferrabile e per questo affascinante. Chi può dirsi davvero siciliano? I ritratti delle persone qui in mostra, che a loro memoria sono siciliani da sempre e per questo motivo hanno un forte senso di appartenenza alla loro terra, mostrano in realtà, in ogni singolo tratto somatico, quante culture siano passate in Sicilia. Ogni volto, ogni ruga, ogni sorriso, ogni sfumatura non sono altro che la mappatura di un viaggio che dura da millenni. Perché i siciliani sono in realtà un insieme di popolazioni che, per diversi motivi, è in continua migrazione. Questa consapevolezza è basilare per poter accogliere e accettare persone di culture e provenienze diverse dalle nostre. […] Sì, la storia si ripete. E dimostra come l’identità siciliana si fondi più sul senso di appartenenza che su quello di origine. E il senso di appartenenza nasce dall’accoglienza. Un tema di forte attualità che rimette in moto il corso della storia e il significato stesso di identità. Senza un processo di accoglienza e appartenenza le origini finirebbero per influire ben poco sull’identità di queste persone.

 

Simone, perché “la storia si ripete?

La storia si ripete perché per vari motivi l’uomo è sempre stato in movimento, lo è ancora e lo sarà sempre e dove andrà si mischierà nel territorio dove avrà deciso per forza o volontà di sostare.

Da dove nasce Sicilians come progetto fotografico?

Sicilians, nasce dal voler fare un progetto sulla Sicilia e osservando i siciliani mi son detto quale modo migliore per rappresentare la Sicilia  se non fotografando i suoi volti.

Qual è l’idea di fondo?

Dopo l’idea iniziale di rappresentare la storia della Sicilia attraverso i suoi volti, mi sono reso conto che il siciliano non è altro che un integrazione ben riuscita durata secoli, quindi perché non rafforzare il concetto facendo riflettere sul fatto che la storia continua e si ripete fotografando le famiglie delle nuove generazioni.

Da quanto tempo ci lavori?

Il progetto va avanti da più di due anni, sia perché un progetto ha bisogno di riflessione e di sedimentare, perché si evolve continuamente e bisogna essere pronti a recepire la sua naturale evoluzione, sia perché per trovare le persone da ritrarre, soprattutto con il passaparola ci vuole tempo. Il progetto si suddivide in 2 capitoli, il primo capitolo sono le persone che a loro memoria sono siciliane da sempre, questo perché hanno un forte senso di appartenenza al proprio territorio e un’identità ben precisa, non c’entrano tanto le generazioni, ma il fatto di essere sicuri di non provenire altro che dalla Sicilia. Il secondo capitolo invece riguarda le nuove generazioni, cioè le famiglie formatesi da una persona trasferitasi in Sicilia da qualunque parte del mondo e un siciliano.

Incidenti di percorso?

Ho ritratto persone in più parti della Sicilia e prima spiegavo il progetto alle persone, che era fondamentale per me che a loro memoria fossero siciliani da sempre. Una volta sono andato a Palermo per fotografare una persona e quando gli ho detto di raccontarrmi la sua storia, ha confessato che  la nonna era di Roma e quindi sono dovuto tornare senza poter scattare.

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