Giovanni Robustelli – Il sogno della Mancha

Scritto da Antica Dolceria Bonajuto ,
il 28 Marzo 2019

Dal 30 marzo, ad ingresso libero, presso la galleria Lo Magno Arte Contemporanea di Modica sarà visibile la mostra Il sogno della Mancha di Giovanni Robustelli, artista poliedrico di Vittoria (Ragusa), classe ’80.

Giovanni, perché il Sogno della Mancha?

Il sogno della Mancha è la mia ultima opera calcografica di grandi dimensioni (120×70 cm) che si ispira al romanzo di Cervantes (Don Chisciotte) in maniera trasversale. Ho sempre interpretato il personaggio principale, ma non ho mai dedicato finora la mia attenzione allo spazio in cui vive. Ho deciso quindi di impegnarmi nel sublimare uno spazio letterario attraverso un percorso di segni, un viaggio che vuole mostrare qualcosa d’altro di un semplice paesaggio visivo per immergersi in uno mentale ed emotivo. Don Chisciotte in questa composizione è infatti ridotto ad un piccolo segno che si perde in uno spazio che inghiotte e ingloba lo spazio, un paesaggio contenitore, una piccola evocazione alle calcografie di Piranesi.

Il sogno della Mancha – Giovanni Robustelli / La grafica è stata realizzata nella stamperia di Loredana Amenta / Scicli

Come si sviluppa quindi il progetto?

Si tratta di un’unica opera calcografica realizzata secondo tre versioni cromatiche. La mostra espone la grafica attraverso tutti gli stati di avanzamento, le prove di stampa, la matrice e anche pezzi unici, ovvero rielaborazioni della grafica attraverso segni che rimaneggiano la composizione e la reinterpretano ulteriormente.

Che differenza c’è nel tuo lavoro tra grafica e pittura?

La grafica, per come mi piace concepirla, è il risultato di uno studio molto profondo sul segno; anche soltanto dal punto di vista tecnico, il fatto che il disegno venga realizzato attraverso una sottile punta metallica, influisce sensibilmente sul figurativo e quindi sullo studio della forma.

Il sogno della Mancha – Giovanni Robustelli / La grafica è stata realizzata nella stamperia di Loredana Amenta / Scicli

In passato hai collaborato con musicisti quali Giovanni Caccamo e Francesco Cafiso. Che colonna sonora immagini per questa mostra?

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